Indice di forza
Ai politici viene attribuito un punteggio in base agli incarichi ricoperti in parlamento e al governo attraverso un sistema originale di ponderazione di istituzioni, organi e ruoli.
Il calcolo dell’indicatore tiene conto di aspetti posizionali (ogni incarico ha un suo peso) e di dinamiche distributive (come le diverse articolazioni contribuiscono all’assetto istituzionale).
Ad esempio se fosse istituito un nuovo ministero senza portafoglio, questo avrà un indicatore di forza più basso rispetto a un ministero con portafoglio. Al tempo stesso, il punteggio attribuito sarà sottratto all’istituzione che precedentemente ne aveva le competenze e in un quota parte a tutti i ministeri, perché in consiglio dei ministri vi è un ruolo in più.
Datosi che la stessa persona può ricoprire più incarichi, vengono calcolati diversi indici:
- Indice di forza alla camera dei deputati: la somma dei punteggi attribuiti per gli incarichi presso la camera
- Indice di forza al senato della repubblica: la somma dei punteggi attribuiti per gli incarichi presso il senato
- Indice di forza al governo: la somma dei punteggi attribuiti per gli incarichi presso il governo
- Indice di forza totale: indice di forza al governo + indice di forza parlamentare (in base al ramo di appartenenza).
Aggregando gli indici dei singoli politici analizziamo la distribuzione di forza per:
- gruppi parlamentari
- partiti al governo
- genere
- fasce di età
Indice di compattezza
I parlamentari
sono liberi di votare come vogliono, anche in contrasto con il gruppo di appartenenza. Per questo valutare se le indicazioni di partito vengono rispettate o meno è importante per analizzare il livello di coesione del gruppo stesso. Oltre che, in particolare, della coalizione di maggioranza.
L’indice di compattezza prende in considerazione due parametri:
- La partecipazione al voto
- Il voto espresso
Il dato è calcolato su tutte le votazioni elettroniche che si tengono in parlamento. Per ogni votazione valutiamo quindi:
- Quanti parlamentari del gruppo hanno partecipato alla votazione
- Come si è espressa la maggioranza del gruppo e quanti sono stati eventuali voti ribelli (cioè voti in contrasto rispetto all’orientamento generale del gruppo).
Più l’indice di compattezza è alto, maggiore sarà il livello di coesione del gruppo. Un valore pari al 100% significa che
tutti i componenti del gruppo hanno partecipato alla votazione e hanno votato allo stesso modo.
Indice di affidabilità parlamentare
Misura quanto ogni parlamentare contribuisce alla compattezza del proprio gruppo, attraverso la partecipazione ai voti ed esprimendo un voto in linea con la maggioranza del gruppo stesso.
Pertanto, deputati e senatori che sono molto assenti o spesso impegnati in missioni istituzionali - come chi è anche membro del governo - hanno un basso indice di affidabilità parlamentare.
Atto chiave
Sono considerati come “chiave” quegli atti che, per la loro importanza, hanno un peso politico particolare. L’assegnazione dell’attributo è della redazione di Openpolis.
Voto chiave
Sono considerati come “chiave” quei voti che hanno un peso politico particolare. La scelta può essere dettata dall’importanza dell’atto in discussione ma anche dalla rilevanza del tema affrontato (ad esempio la posizione dell’Italia rispetto ai conflitti bellici). Oppure se il voto è su una questione di fiducia posta dal governo. L’assegnazione dell’attributo è a cura della redazione di Openpolis.
Decreto omnibus
Si definisce “omnibus” un decreto legge che affronta materie anche molto diverse tra loro. Le norme vigenti infatti imporrebbero che il testo dei decreti legge sia specifico e omogeneo. L’assegnazione dell’attributo è a cura della redazione di Openpolis e si basa anche sulle valutazioni del comitato per la legislazione della camera.
Decreto approvato salvo intese
Si definisce “salvo intese” quando il consiglio dei ministri delibera solo l’impostazione generale di un decreto legge ma non lo articola in dettaglio. In questi casi, il testo arriva dopo diversi giorni al presidente della repubblica e dopo settimane al parlamento. L’assegnazione dell’attributo è a cura della redazione di Openpolis e si basa sui resoconti ufficiali delle riunioni del consiglio dei ministri.
Decreto minotauro
Si definisce “minotauro” un decreto legge che assorbe dentro di sé i contenuti di altri decreti che altrimenti non verrebbero convertiti in tempo dal parlamento. Le camere infatti devono convertire in legge i decreti del governo entro 60 giorni. Se non fanno in tempo, il decreto legge decade e gli effetti che aveva prodotto perdono di efficacia. Per evitare che ciò avvenga, può capitare che il governo inserisca, con un emendamento, il decreto a rischio decadenza all’interno della legge di conversione di un altro decreto, facendone salvi così gli effetti. Si tratta di una pratica scorretta, tollerata in particolare durante la pandemia da Covid-19.